Rising Sun, Jack Robinson e il legame con Andy Irons
POST
8/23/20253 min read
Jack Robinson non ha mai nascosto l’ammirazione per Andy Irons. Ma nel surf competitivo, dove ogni onda è una misura, ogni manovra un punteggio, il legame tra un atleta e la sua ispirazione può trasformarsi in qualcosa di visibile, concreto e potente. Teahupo’o 2025 ha offerto proprio questo: una performance tecnica mozzafiato che era anche un tributo, un gesto di memoria che va oltre il surf.


Tutto comincia nel 2024, alle Olimpiadi. Jack Robinson si presenta con un quiver di tavole decorate con un Rising Sun rosso e bianco, un omaggio diretto a Andy Irons. Per Jack, il simbolo rappresentava il legame con il suo idolo: il coraggio, la tecnica, la passione che Andy metteva in ogni onda. Un piccolo rituale, un modo per “sentire” Andy con sé.
Ma il simbolo ha un significato diverso in altre parti del mondo. In Asia orientale, il Rising Sun è associato alla bandiera militare giapponese e alle ferite storiche legate all’occupazione. La delegazione sudcoreana contatta quella australiana: il disegno va rimosso. Jack accetta, ridipingendo le tavole in rosso uniforme, ma senza spegnere il legame emotivo con Andy. Song Min, manager del team sudcoreano, spiega: “Non si tratta di protesta, ma questo simbolo richiama ferite per alcune persone. Ai Giochi non può essere usato.”




Un anno dopo, a Teahupo’o, Jack Robinson ci riprova. Non c’è polemica, non ci sono vincoli istituzionali: solo lui, il reef e la memoria di Andy. Il tutto in un enorme palcoscenico: finale contro Griffin Colapinto per aggrappare l'accesso alla Final 5.
“I think Andy had something on that board, because I did that Rising Sun spray and I was kind of channeling a little bit of AI. I was thinking about him. So thank you to him!” racconta Jack, spiegando che il merito della manovra che ha conquistato un 9.5, permettendogli di vincere, era in parte dovuto all’ispirazione e a ciò che Andy rappresenta per lui.
Il gesto di Jack è potente perché unisce due dimensioni del surf: tecnica e sentimento. Non serve il punteggio per capire l’intensità di quell’onda. Per chi conosce la storia, ogni curva sulla parete di Teahupo’o parla di Andy, della sua influenza, della connessione tra generazioni di surfisti.
La rimozione del Rising Sun alle Olimpiadi aveva segnato un momento di frustrazione, una barriera tra l’intenzione di Jack e il contesto internazionale. A Teahupo’o, invece, quella barriera cade: il tributo diventa pubblico, evidente, celebrato. La tavola taglia la parete dell’onda, il pubblico percepisce qualcosa di più di una vittoria: percepisce un omaggio sincero, un passaggio di testimone emotivo.


Jack Robinson dimostra così che il surf non è solo competizione. È cultura, memoria, storia personale. Le tavole dipinte, i simboli e i gesti sulle onde raccontano storie che le parole da sole non possono esprimere. Teahupo’o 2025 è la prova che un atleta può trasformare una finale in un omaggio, che una tavola può trasportare l’anima di un campione scomparso e renderla viva tra le onde.
Jack Robinson e Andy Irons non sono solo due surfisti di epoche diverse: sono due vite collegate da un’onda, da un gesto, da un simbolo che supera ogni confine. E a Teahupo’o finalmente quell’onda ha parlato per entrambi.